La Storia
Don Tatanu, al risveglio, si ritrova senza naso: niente tracce di sangue, solo un taglio netto, liscio, come se non ci fosse mai stato. Intanto il naso se ne va in giro vestito elegantemente, recriminando la sua indipendenza e libertà. Il legittimo proprietario non è disposto ad accettare tale drammatica mancanza e si mette alla ricerca del suo naso vagando nei territori del nonsenso e dell’insidiosa reversibilità del reale in miraggio. Comico, grottesco, surreale, “Il naso” è una divertente satira sull’uomo e la sua perdita di identità.
Lo spettacolo
In sintonia con il testo gogoliano, irrispettoso della Lingua codificata, nell’adattamento teatrale di “fueddu e gestu” si mescolano il tronfio e formale linguaggio burocratico dell’Italiano con le intonazioni Sarde colorite e vivaci del popolo minuto.
Ritratto di una provincia malata che ha perso drammaticamente la sua identità contadina, lo spettacolo presenta un’umanità caoticamente infarcita di luoghi comuni e tic della modernità.
Gli interpreti, con l’utilizzo di maschere in cera si trasformano in simulacri marionettistici dell’uomo, ad esprimere una volontà che non è di chi agisce.
La maschera, un oggetto scenico a cui “fueddu e gestu” da sempre maggiore importanza ha il compito di sottolineare i sotterranei meccanismi dell’inconscio, dell’alienazione dell’uomo, della tragica e inarrestabile condizione di sdoppiamento nella quale è costretto a vivere.
Sempre più, secondo la massima di Alfred Jarry, “la vita è il carnevale dell’essere”.
Esigenze tecniche
Spazio scenico: 7 mt. (larghezza) x 6 mt. (profondità) + 3 mt. (altezza dal piano del palco al soffitto)
Carico luce al palcoscenico: KW 06
Durata: 75 minuti
Pubblico: per tutti